domenica 18 gennaio 2009

Meritocrazie vigenti


Meritate i vostri governanti, i vostri reggenti, i vostri padri spirituali, tutti quelli che invocate e rappresentate molto bene, di cui abbisognate, di cui vi lagnate senza farne a meno, senza intentare crimini… (soprattutto mentali)
Così come di voi stessi tornate a lagnarvi, continuamente, senza riuscire a suicidarvi ed essendo convinti di non farlo vivendo ogni giorno… con i vermi in bocca.
Meritate le vostre parodie, i vostri altari, le vostre cadute, i vostri peccati, i vostri cieli, il vostro grumo di sangue e polvere fisso al centro dell’universo solo per voi e per la gloria di chi lo ha impastato.
Meritate i fantasmi, i folletti, i cieli scesi in terra, la Taxa Camarae e L’eone X, la popolatria, l’Opus Dei, le dittature millenarie dei porporati, dei martiri, dei profeti, dei santi, dei miracoli, delle stigmate, dei visionari, delle apparizioni, delle spoliazioni e delle sacre polluzioni, delle madonne, delle pastorelle più belanti delle capre che seguivano… di tutte le insulsaggini e il ciarpame con cui vi ricoprono sotto precisa richiesta, di tutti i cialtroni cui affidate finanche il destino di un’unghia che credete diverso dal vostro.
Meritate la scuola, l’istruzione pubblica, privata, gli asini che coltiva e foraggia.
Meritate l’inganno, il mito del bene, della bontà, della redenzione e della dannazione, l’inferno, il purgatorio, le porte sante, il giubileo, l’otto per mille, la confessione, gli atti di dolore, la castrazione, l’immolazione per le più incredibili idiozie, per le più fantasmatiche astrazioni in cui larvate e marcite.
Meritate l’inganno di stato, i dolori pubblici, i lutti nazionali, le parate militari, il milite ignoto, le cerimonie collettive, il torpore che bramate, il sopore che vi coglie, la narcosi che cercate.
Meritate i rappresentanti, i comitati, i sindacati, i comizi, le piazze, le graduatorie, le liste d’attesa, i proclami, le casse e le integrazioni di cassa, gli straordinari e le decime, le mense e finalmente gli ospizi.
Meritate egemoni democrazie che organizzano e finanziano attentati, il genocida che li consente, i criminali che piangono il pianto, le vittime, il popolo che manovrano fagocitano e ammazzano… Le democrazie che inscenano cordoglio terrore e terroristi, che pagano e fondano corporazioni, oligarchie, massonerie, banche, crak finanziari e crisi di mercato, studiate emissioni di moneta già gravata da interessi e portatrice di debiti per sopperire a precedenti emissioni di moneta già gravata da interessi e portatrice di debiti…
Meritate la borsa, le speculazioni, gli indici al consumo che siete, il signoraggio, le riserve frazionarie, il debito pubblico e le quadruplici pappagorge degli omini che ingrassate, degli illuminati che ignorate.
Meritate il dominio di entità sovranazionali, il potere economico politico mediatico alimentare e mentale che un manipolo di ossessi instaura, di cui neanche sospettate la parvenza (figurarsi l’esistenza o la presenza…).
Meritate i collageni per le tette e quelli per le teste (entrambe gonfie e tumescenti), la pubblicità, la televisione (specchio vostro), le prime visioni (che sono antiche visioni perché antica è l’imbecillità), la propaganda e la demagogia che incarnate.
Meritate il lavoro, l’occupazione, l’assicurazione sulla merce-vita, la disciplina, gli scioperi, la salvaguardia del posto, i ricatti, la testa china e una lunga scia di lingue. Meritate le opportunità (quelle dispari, quelle pari…), l’evoluzione dei costumi, le garrule masnade psicanalitiche, le sette, i mistici, gli astrologi e i maghi.
Meritate le onoranze, le medaglie, i gradi, le bandiere e i roghi sacri.
In sostanza: tutto ciò che ogni giorno, ogni ora, ogni istante, avidi ingaggiate.
Con chi “diavolo” (solo con lui eventualmente…) dovrei conciliarmi o andare d’accordo?
Non vado d’accordo con me stesso… e già siamo in troppi! Per quale motivo dovrei andare d’accordo con voi?!
Vivo (o sogno di vivere) per un verso di Dante, una nota di Sibelius o l’esplosione dell’amplesso… sogni anch’essi.
Perduro nell’oblio… Sono ancora nell’oblio, nonostante questa deiezione al nascere.

Antonio Perrotta

Nessun commento:

Posta un commento